domenica 11 dicembre 2011

La Lampara che accende la pizza.

Uno dei ricordi più belli delle notti delle mie estati di gioventù, sono le lampare che legavano l’orizzonte notturno con il riverbero delle loro luci simili a un filo di perle. Sono quindi tornato con particolare piacere alla “Lampara” di via Andrea Doria 23 a Torino che dall’ormai lontano 1984 rappresenta un punto di rifermento per i pizzofili subalpini. Come sempre tutto inappuntabile, il locale sobriamente elegante, la pizza soffice e gonfia, ben cotta, condita senza parsimonia ma senza eccessi. Ho gustato una semplice pizza romana, profumatissima e delicata. Gradevole variante alla ricetta originale, che non prevederebbe formaggio, la presenza di alcune isolette di mozzarella che ne completavano il gusto. 
LA LAMPARA, via Andrea Doria 23 -Torino - 011.8127403 - http://www.lamparatorino.com/





















domenica 6 novembre 2011

MALIGA, PROFUMODI STORIA

Il maniero dei Marchesi
Faà di Bruno domina il
piccolo borgo monferrino.
Ancora a proposito di Bruno d’Asti, la famiglia Pesce da tre generazioni conduce la cascina Battaglia dove produce vini a doc e alleva vitelli di razza fassone piemontese. La cascina guarda su una delle colline più ubertose del paese. La ricerca e l’innovazione convivono da sempre, con la salvaguardia della tradizione, nel dna dei Pesce e la prova è in un vino particolare dall’esotico nome di Maliga. La storia raccontatami da Francesco Pesce, contadino-ingegnere prestato per anni alla grande industria e oggi tornato alla terra d’origine, narra dei genitori che negli anni Venti dello scorso secolo, fanno un viaggio in Spagna dove il padre raccoglie alcuni tralci di un vino da noi sconosciuto. Tornato a casa le marze ottenute da questi tralci vengono innestate in barbatelle e messe a dimora in una delle vigne della famiglia. Da lì nasce Maliga, vinificato con antico metodo a fermentazione interrotta e filtrato con il sacco olandese che lascia inalterate le caratteristiche del mosto di partenza perché filtra per caduta e non con una pressione imposta. Maliga ha colore rosso tenue, con spuma rosata e di buona persistenza. Il profumo è di frutta, gradevole e delicato, al gusto ricorda frutta rossa, piacevolmente dolce, con leggero retrogusto asprigno, leggermente aromatico. Maligà è indicato con i dessert, in particolare con la pasticceria secca. La produzione non supera le 500 bottiglie all’anno e il costo è di 5 euro a bottiglia.

Cascina Battaglia -Via Case Sparse, 27 - Bruno d'Asti - Tel. 0141.764101

martedì 1 novembre 2011

LA STAZIONE CHE PROFUMA DI CONIGLIO ALLA CACCIATORA

Lo stato in cui versano le piccole stazioni ferroviarie italiane è vergognoso. Con l’automazione e l’eliminazione del personale, sono diventate fantasmi scomodi, con le finestre e le porte murate, invase dalle erbacce, presidiate da occhi luminosi sempre rossi e occupate da gabbiotti di ferro da cui esce fastidioso e inquietante il ronzio delle macchine che consentono la circolazione dei treni. Qualcuna di queste stazioni una volta pullulanti di vita, si è salvata, grazie di un’amministrazione comunale illuminata o alla capacità di un privato. Questo secondo caso è quello di Bruno, ultimo paese della provincia di Asti e luogo ove ha avuto origine la famiglia dei Marchesi Faa di Bruno che hanno dato alla patria condottieri santi e anche un attore. Nella stazione di Bruno d’Asti, strategicamente posta tra le rotaie della ferrovia e la strada provinciale per Alessandria, una giovane famiglia ha ristrutturato i locali trasformandoli in un bar che offe pure “piatti caldi”. E’ un pudore eccessivo per un posto dove si può gustare una cucina casalinga che neanche lontanamente ricorda (per fortuna) certi “piatti caldi” di microonde che abbondano nelle nostre città. Un antipasto semplice di affettati, una buona pasta al ragù, il pollo al vino o l’arrosto di maiale, ma qui ricordiamo anche di aver gustato un ottimo coniglio alla cacciatora, saporito e abbondante. Il dolce fatto in casa. Il vino sfuso è una Barbera delicatamente asprigna del posto. Il prezzo onestissimo. Il parcheggio enorme. Se passate da quelle parti, vale la pena.

domenica 16 ottobre 2011

PIZZA E PORRI

Venerdì. E’ giusto ora di cena quando approdiamo a Fossano ed è una serata profumata di ultimo scorcio d’estate. Una pizza può essere una buona idea. Sull’angolo un nome fa il verso al famoso grand hotel di Capri: Quisisana. Entriamo, il locale è un po'anonimo ma ospiateleI, il  personale è giovane e simpatico. Le pizze sono classiche. Soltanto su una piccola lavagnetta nera spunta una scritta di gesso bianco: pizza ai porri di Cervere. Prima domando, c’è la mozzarella? Si. E il pomodoro? Si. Ve bene, provo. Arriva caldissima dopo pochi minuti. La pasta è consistente nonostante la finezza, i porri sono dolci ed emanano un profumo delicato. L’abbinamento non è arduo. L’esperimento è riuscito. Da provare.
RISTORANTE – PIZZERIA “QUISISANA” – FOSSANO – Via G. Marconi, 76 – Tel. 0172.60142

martedì 5 luglio 2011

GIAGLIONE (VALSUSA): BELLEZZE NOTTURNE E GOFRI.

Le gaufres sono specie di wafer soffici e dolci che vengono riempiti di zucchero a velo, marmellate, cioccolata e ogni altra leccornia, immancabili in tutte le feste di piazz in Francia e in Belgio. Al Grillomangiante è stato segnalato che si terrà a Giaglione, Val di Susa, sabato 9 luglio prossimo la manifestazione MINDZEUN E' BEIVEUN che vuol dire Mangiamo e Beviamo, sottotitolo DZALHOUN DE NOUET, Giaglione di notte. Si tratterà di una passeggiatatra le borgate di Giaglione alla scoperta delle suggestioni notturne di questo paese dove sono forti le tradizioni di origine franco-provenzali. E qui c'entrano le gaufres o gofri come vengono chiamati in italiano, infatti il percorso, che si terrà dalle 18 ale 21,avrà termine nel parcogiochi con la distribuzione dei caratteristici gofri. Prenotazione obbligatoria entro il 7 luglio, per info e-mil proloco.giaglione@libero.it.   Cuntent Nino?

lunedì 4 luglio 2011

MA CHE BELLA PENSATA! (Cibo per ridere, cibo per pensare)

POTERE PALMARE - Digiuno tecnologico al Maison lo scorso sabato 2 luglio.
A Torino in via della Rocca 19 c’è il Maison, locale trendy. Sabato scorso, ore 13.10, sotto gli alberi una brezza fresca, tavoli occupati ma non c’è ressa. Facile installarsi anche se la ragazza all’interno sobbalza quasi quando gli chiedo se c’è un tavolo libero e mi dice che per quello ci sono i suoi colleghi fuori. La carta è promettente ma decidiamo di prendere due insalate soltanto, abbiamo fretta. L’atmosfera è cosmopolita, viva Torino 150! Arrivano subito pane e grissini. Poi più nulla. Chiediamo tre volte di essere considerati, una ragazza all’ultima nostra seccata rimostranza ripete  che lei l’ha detto ma non può prendere la comanda, lo devono fare i suoi colleghi col palmare. Domanda: ma il palmare per le comande non era stato inventato per velocizzare la comunicazione tra sala, cucina e cassa? Ah, saperlo. Alle 13.50 abbandoniamo il tavolo, digiuni e incazzati, convinti che servirebbe meno tecnologia, meno tendenza  e più rispetto per il cliente. Comunque i grissini erano buoni. 

lunedì 20 giugno 2011

"LA NOSTRA NON E' UNA STORIA COMUNE MA UNA STORIA D'AMORE". Con queste parole ha esordito Fabrizio Lesca, Amministratore Unico delle Tenute Galfano, ai sommelier F.I.S.A.R.


Roberto Rabachino presenta le Tenute Galfano.

Sobria e sontuosa insieme, così può essere definita la degustazione dei vini delle Tenute Galfano di Marsala che si è svolta lo scorso  venerdì sera all’hotel Lis.  I due termini non sembrino in contraddizione, sobria per lo stile asciutto e partecipato con cui l’ing, Fabrizio Lesca, Amministratore Unico dell’azienda ha presentato la storia di questa avventura enoica legata alla forte determinazione del cognato Giovanni Galfano, scomparso prematuramente nel 2010 a soli 38 anni e nel cui ricordo lui e la moglie Alessandra hanno deciso di continuare l’opera trasferendosi armi e bagagli da Torino a Marsala. Sontuosa è stata invece la degustazione di sei vini, due bianchi, due rossi e due passiti, in abbinamento a formaggi salumi e deliziosa pasticceria di mandorle, tipica dell’isola. Tutti vitigni autoctoni vinificati in purezza che danno prodotti di rara possanza e completezza, perfettamente illustrati dall’appassionato enotecnico Tommaso, che non ha mai dimenticato di presentare oltre alle caratteristiche tecniche dei prodotti, le tipicità del terroir dove i vini sono nati. Gli oltre cinquantadue sommelier presenti, aderenti alla F.I.S.A.R. (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), hanno degustato un GRILLO di spiccata personalità che coglie in pieno la versatilità di un vitigno importante. Il vino ha un colore giallo paglierino carico con sentori erbacei e floreali, al gusto sapido e minerale, con una buona acidità, completo e distintivo che concorre alla costituzione dei migliori vini Marsala. Pari discorso per il CATARRATTO, storico vitigno siculo, per eccellenza il più importante vino del bacino del Mediterraneo.  Anche il Catarratto è di colore giallo con riflessi verdognoli, all’olfatto molto floreale, fresco e persistente, al gusto ben strutturato con sentori di vaniglia ed equilibrato in acidità, anche se personalmente preferiamo per personalità il Grillo. Vini che richiedono di essere degustati in abbinamento a cibi, “ vini gastronomici”, come  li ha saggiamente definiti Roberto Rabachino, direttore della rivista “il Sommelier” e regista della serata. A seguire due rossi importanti, il NERO D’AVOLA, ottima struttura gustativa, tannico, corposo ed equilibrato in acidità, armonico nel suo complesso e il SYRAH di colore rosso intenso con riflessi porpora, sentori di frutta di bosco, morbido e lievemente speziato, moderatamente tannico. Infine il PASSITO, di colore oro brillante, profumo intenso, pieno ed aromatico, con spiccate note di datteri, fichi secchi e uva passa e il ZIBIBBO, vino liquoroso ottenuto da una selezione di  uve zibibbo (moscato di Alessandria)  provenienti dalla provincia di Trapani, con sentori tipici di agrumi e spezie e gusto vellutato.
TENUTE GALFANO - MARSALA - http://www.tenutegalfano.it/

martedì 14 giugno 2011

MA CHE BELLA PENSATA! (Cibo per ridere, cibo per pensare)


LA PAUSA PRANZO VALE DIECI MILIARDI DI EURO  (Letto su Papillon del 13 giugno)
Secondo i dati Fipe gli italiani che ogni giorno consumano un pasto fuori casa sono 12 milioni... dove è quel Ministro che voleva abolire la pausa pranzo???  

lunedì 13 giugno 2011

VACANZE ROMANE. Un antipasto infinito, un posto da pesce e la magia di via Veneto.

A Roma un indirizzo particolare è la trattoria Sole & Luna, con un sito visual web che rende poco merito alla cucina. A parte i primi e i secondi tipici che un foresto si aspetta di trovare nella capitale, la caratteristica di questo accogliente locale nel quartiere Prati, a poca distanza dal Vaticano, è il ricco antipasto Sole & Luna che prende il nome dalla trattoria (o forse è il locale che prende il nome dall’antipasto?) a base di mozzarella di bufala, burrata, polpette di carne, pasta cresciuta fritta in varie versioni, con la mozzarella, al sugo e semplice,  fagioli con le cotiche, melanzane grigliate, tortino di melanzane e formaggio, spesse fette di patata grigliate. Tutto molto buono ma non riuscirete a finirlo. Per chi ama il pesce, ma anche la carne, e non disdegna primi e antipasti, una dritta giusta è La Locanda del Gatto Nero.  Ottimo, compresa una Falanghina tra le migliori mai degustate. Gradevole anche il locale che nella sua parte più antica è un vecchio casale di campagna, perfettamente restaurato, ancor più emozionante perché ormai completamente immerso tra edifici residenziali. Infine una coccola: l’Harry’s Bar di via Veneto. Mantiene il fascino della Dolce Vita e seduto ai tavolini del dehors puoi sognare in bianco e nero, complici le immagini di registi, attori, attrici che spuntano dal separè che fa da confine con la via del sogno italiano.  Menu griffato Pietro Barilari, “Paparazzo” per antonomasia. Un Club Sandwich sbocconcellato qui, tra due giovani innamorati cinesi e un’obesa coppia americana, ha il potere di farti sentire Fellini. Ciack… motore… azione….. e…. ”il conto per favore”.

Sole & Luna - Via Giunio Bazzoni, 9-13 - Tel. 06.37512750 - Mai di domenica
La Locanda del Gatto Nero - Via della Palmarola, 76 -Tel. 06.30815883 - Mai di lunedì
Harry's Bar Roma - Via Veneto.... che aggiungere d'altro!

domenica 1 maggio 2011

MA CHE BELLA PENSATA! (Cibo per ridere, cibo per pensare)

IL RISTORANTE TORINESE TI ACCOGLIE SEMPRE CON UN APERITIVO DI BENVENUTO PROSECCO DI VALDOBBIADENE! (Letto su Leggo)
Pubblicità involontariamente comica, niente contro il Prosecco di Valdobbiadene, anzi averne, ma se si sottolinea la torinesità del locale, come aperitivo mi sarei aspettato un Cortese, un Gavi, un Arneis, altrimenti è come chiamare un locale "All'ostrica dell'Atlantico" e pubblicizzarlo con un'impepata di cozze di Taranto!

LA LEGALITA'? UNA SFOGLIATELLA. (Letto su ilVenerdì di Repubblica) 
La pensata è del sindaco di Portici in collaborazione con i maestri pasticceri del Comune: gli agenti di polizia municipale doneranno un coupon  che darà diritto ad una sfogliatella gratuita a tutti coloro trovati in regola ai controlli.
Speriamo che l'idea prenda piede anche a Torino, capitale del cioccolato, così i civich potrebbero offrire gianduiotti, titolo dell'iniziativa una cosa tipo:
"Coppola o Fassino, se siam bravi dateci il cioccolatino... di Gobino"!

sabato 23 aprile 2011

CULLURE E PUPI E BUONA PASQUA A TUTTI.

Quando ero bambino, la Pasqua, era segnata dai riti religiosi, più ancora del Natale. Tutto aveva inizio con il Giovedì Santo e la cerimonia della lavanda dei piedi. Era anche un' occasione per uscire, tirare tardi e sentire nell'aria i primi profumi di primavera. Altri profumi mi aspettavano a casa, quelli della cucina delle feste di mia madre. In particolare i l'aroma della "cullura" e dei "pupi". Dolci non dolci che rispondevano anche essi alla tradizione religiosa e vedevano nell'uovo il simbolo della Pasqua e della Resurrezione. Il gusto era quello di un pane dolce, dove si insinuavano profumi di cannella e di bucccia di limone. Fette che da sole non divcavano granchè, ma diventavano squisite nel latte e cacao della colazione mattutina. Ho sempre pensato che, avendo due figli maschi, i "pupi" mia madre li facesse più per lei che per me e mio fratello. In effetti ambedue eravamo più attirati dalla "cullura" che mia madre impastava e cuoceva in forno cantando una specie di mantra gioioso, qualcosa del tipo "cullure cullure cull'ovu...". Oggi stamattina una signora ha portato un "pupo" per mia figlia. Nonna Vincenzina sarebbe stata felice di questo dono. Buona Pasqua a tutti i "Grillimangianti".

venerdì 22 aprile 2011

UN MINESTRONE DAL GUSTO DI MARE.


Per info cliccate sul biglietto da visita
 Chassieu è un comune di poco menodi 10.000 abitanti a una ventina di chilometri da  Lione, immerso nel verde, con una zona residenziale, un vecchio centro storico nella parte alta del paese e una zona industriale sviluppata. Ed è per lavoro che approdiamo a Le Montgolfier, ristorante da affari e famiglie, sale ampie, cucina tipica, buona scelta di vini, servizio veloce e cortese, ottimo pesce. E voglio segnalare un minestrone di verdure delicato, con piccole paste a ditalini, quella che nel sud Italia viene ancora chiamata "pasta dell'arsenale" e capesante appena grigliate. Una somma di sapori equlibrati che lascia un buon ricordo al palato. Se passsate da quelle parti, fateci un salto.

(Visitato il 19.4.2011)  

domenica 17 aprile 2011

IL PUNTO VERDE, CUCINA VEGETARIANA CONSIGLIATA ANCHE AGLI ONNIVORI.

Per maggiori  info fai clik sul biglietto da visita.
In occasione del 150 dell’unità d’Italia, essendo il verde il primo dei colori della nostra bandiera .…., no, scusate, ho sbagliato attacco, Il Punto Verde  ristorante vegetariano in Torino, on ha nulla a che vedere con il tricolore, ma posso garantirvi che la sua bella storia ce l’ha anche lui. Pionieri della cucina vegetariana in città, è infatti nato 32 anni fa, ha sede in pieno centro, in via San Massimo, con un piccolo dehors  ricavato in un androne antico e tre deliziose salette interne. Il menu è in italiano e in piemontese, ma non fatevi trarre in inganno dal termine “seitan” che a dispetto dell’assonanza sabauda è una preparazione altamente proteica ricavata dal glutine del grano tenero o del farro o del kamut e di aspetto e consistenza simile alla carne. Passando ai cibi, vi consiglio il buffet di antipasti che, soprattutto se non siete vegetariani praticanti, vi darà una saporita idea di questo mondo. Seguono i primi a basa di pasta, con i condimenti classici, o particolari come le pappardelle al ragu di seitan. Da provare l’ottimo couscous. Nei secondi il seitan domina e notevole è pure l’offerta di formaggi. Lista dei vini incentrata su produzioni biologiche del territorio a cui si aggiungono birre a fermentazione naturale biologica e centrifugati di frutta e verdura, oltre al cidro e  alle immancabili tisane e infusi. Dolci casalinghi, sorbetti e gelati. Conto 27 euro. Consigliato anche agli onnivori.
(Ultima visita 9.4.2011)

giovedì 14 aprile 2011

LA PICCOLA TRATTORIA DEI GRANDI SAPORI.


Per maggiori info fai click sul biglietto da visita.
Ci sono posti dove capita di passare spesso e dire "una di queste sere ci vado". Poi la serata giusta non viene mai o capita all'improvviso. E' così che è andata con "La piccola trattoria" un locale a pochi passi dal risorto Museo dell'Auto che a dispetto dell'umiltà del nome esibisce la grandezza di sapori della cucina siciliana. L'ambiente è caldo, complice la boiserie, il servizio cordiale, la cucina di pesce squisita. Ci facciamo guidare, non chiediamo la carta, forse neanche c'è, e agli antipasti gustiamo un tenero e giustamente tiepido polipo con patate e dadolini di pomodori, un sapido spiedino di freschi gamberetti, la frittella di gianchetti, il baccalà fritto, lo spada e il nasello in umido, tutto squisito e corroborato da un olio di carattere, profumatissimo e leggermente amarognolo. Al primo siamo conquistati da un piatto spaghetti alla marinara ricco e al dente. Volendo ci sono altre paste e risotti. Ci arrendiamo e non ci facciamo tentare dai secondi anche se, con quelle premesse, al fritto misto di pesce è difficile dire no. Non ci portano lista dei vini, forse neanche c'è, ma bottiglie di una certa raffinatezza occhieggiano sparse su scansie e ripiani, e quando timidamente chiediamo un bianco fermo in demi bouteille, la signora ne propone ben due, un Arneis e un siculo Donnafugata. E che la dicano certi altezzosi blasonati della cucina! Per dessert una deliziosa cassata monodose. Conto onesto, 50 euro in due. Uscendo proviamo la gioia di chi ha scoperto un diamante incastonato nell'asfalto e mentre a piedi faccio ritorno a casa, medito se parlare di questa felice scoperta sul mio blog. Provo la gelosia ingorda di chi vuole tenere tutto per sè, ma poi decido che per un mondo migliore, la buona tavola va sempre condivisa con gli amici.
La piccola trattoria
Via Richelmy, 5/A
Torino - Tel. 011.2079483

(Ultima prova 13 aprile 2011).

domenica 3 aprile 2011

DA "I BOLOGNA" NE VALE SEMPRE LA PENA.

Decidiamo all'ultimo momento di cenare dai Bologna a Rocchetta Tanaro. E’ sabato e non abbiamo prenotato. L’accoglienza è cordiale ma il locale è completo. Comunque fanno una verifica e fortunatamente c’è stata una disdetta. Ci accompagnano al tavolo, d’angolo, domina la sala e dà sulla cucina a vista dove la signora Mariuccia manipola la pasta e crea agnolotti. Lo spettacolo attira una tavolata di tedeschi. A turno, educatamente, alcune signore si alzano e osservano interessate come nascono simili italiche delizie. Il locale si sta riempiendo. Le due sale sono moderne, dell’antica stalla rimangono alcune travi e la rastrelliera da cui si inforcava il fieno per le bestie. Tavoli ben distanziati, mise en place di sobria eleganza. Al tavolo troviamo le famose lingue di suocera tipiche di Rocchetta, croccanti, non unte  e poco salate. Quasi subito arrivano alcune strisce di focaccia ancora calda e un piccolo pre antipasto, un delizioso peperoncino farcito e due fette di coppa delicata. Purtroppo non è sera da esperienza gastronomica. Abbiamo fretta di raggiungere alcuni amici per un dopo cena. Resistiamo alla tentazione di assaggiare i magici agnolotti, quadrati comme il faut, e le esotiche lasagnette alle cime di rape. Ci limitiamo a un antipasto e un secondo. Optiamo per vitello tonnato e tonno di coniglio, gli antipasti, galletto arrostito al timo e asparagi con l’uovo e il parmigiano, i secondi. Ci accompagna una barbera ferma e leggera scelta dalla piccola cantina adiacente alle sale. Il vitello è rosa e delicato e la salsa tonnata non lo ricopre ma rimane al centro per sottolineare senza prevalere. I filetti di coniglio sono consistenti e saporiti. Il galletto si amalgama perfettamente con il timo. Gli asparagi sono carnosi e teneri, ottimi nella loro semplicità. Tra le altre proposte della serata c’era l’ossobuco di cavallo con i piselli e la tagliata di vitello. Non abbiamo tempo neppure per i dessert. Il servizio è stato rapido. Il conto 75 euro in due. E’ tardi, dobbiamo andare, è stato breve, ma da “i Bologna” ne vale sempre la pena.
(Ultima visita 2.4.2011)

Trattoria “i Bologna” – Via N. Sardi, 4 – Rocchetta Tanaro (AT)
Tel. 0141.644600 – Chiuso il martedì – www.trattoriaibologna.it

domenica 27 marzo 2011

VINI IN ANFORA, CALICI DI STORIA.

La Georgia è considerata la culla dell’enologia, grazie anche agli importanti reperti archeologici trovati nella parte meridionale del paese, me è la tecnologia di vinificazione in anfora, il ruolo dell’anfora come contenitore energetico ad incuriosire, anche se questi vini rimangono una proposta di nicchia, indirizzata a consumatori esperti. A partire dal 2000 alcuni produttori italiani come Gravner e il Castello di Lispida hanno iniziato a produrre vini seguendo pratiche di vinificazione utilizzando le grandi anfore, dette kvevri, modellate a mano e cotte in speciali forni. La delegazione di Torino e provincia dell’Onav dedicherà la serata di giovedì 31 marzo (ore 21.00, Hotel Diplomatic, via Cernaia 42, Torino) alla conoscenza e degustazione di alcuni vini italiani e georgiani prodotti con questa arcaica metodologia.

sabato 19 marzo 2011

E SE AL CENTRO DEL TRICOLORE METTESSIMO LA TAZZINA DI CAFFE'?

L'Italia è veramente uno strano Paese. La nostra classe politica prima decreta la giornata del 17 marzo Festa Nazionale, poi decide che non si deve festeggiare, poi recupera in zona Cesarini e celebra, ma anche così c'è qualcuno che va alle celebrazioni ufficiali, altri che non si presentano all'alzabandiera e perdono anche una buona occasione per non dare aria alla bocca. Ora mi chiedo, questi Ministri e Presidenti di Regione non hanno giurato fedeltà alla Repubblica, prima di accettare incarichi (ed emolumenti)? A quel tempo non erano stati informati che in Italia c'è una Costituzione scritta e che la bandiera italiana è il tricolore? Per il tricolore poi potevano a chiedere a tutti quei cittadini che motu proprio, senza attendere le celebrazioni ufficiali, la bandiera nazionale l'hanno esposta ai balconi delle proprie case, con convinzione, credendoci. E ancora una volta è stato provato il teorema che il popolo è meglio di chi lo governa. Anche se ci è capitato di vedere molte bandiere esposte capovolte, cioè con il verde in alto o a destra..... Di questi tempi ben poca cosa, un peccato veniale. Chi sa perfettamente l'ordine dei colori della bandiera è l'Istituto dell'Espresso Italiano che l'ha riprodotto anche sul proprio logo, la tazzina di caffè. Spesso all'Italia si associa la pizza o gli spaghetti, io credo che invece sia il caffè ristretto il vero prodotto che ci identifica e ci rende riconoscibili in tutto il mondo. Sì perchè si può mangiare una buona pizza anche in Cina, ma il caffè quello proprio no, anche se le moderne cialde, pur annientandone la personalità, rendono bevibile il caffè anche fuori dall'Italia. In Italia invece se volete non essere traditi andate sul sito www.espressoitaliano.org e troverete tutti i bar della penisola dove si può degustare un vero espresso italiano certificato.

giovedì 3 febbraio 2011

A CHE BELLU CAFE'.

Il Vendome è un bel locale. Arioso ed elegante, il bagno ampio e pulito, il personale è gentile e disponibile. La clientela è quella "giusta" e non mancano presenze straniere che hannno  movenze da cliente abituale. Il caffè, invece, non sa darmi emozioni. Il ristretto che ho chiesto è troppo lungo e non caldo abbastanza. Ha ragione il mio amico "Principe" Sergio , quando afferma convinto che "il caffè è Bodoni". Poche ore dopo l'esperienza del ristretto-lungo, il ristretto modello Bodoni mi riconcilia con il mondo. Un concentrato di gusto, nè molto nè poco, profumato e secco, da bere rigorosamente amaro. Una sferzata di piacere intenso. E poi, ancora squassato dal godimento, una abbondante cucchiainata di panna morbidissima e dolce, quasi dimenticata a lato della  tazzina. Quando la scopri si offre in tutta la sua voluttà. Come la Gradisca felliniana, e che il paragone non appaia blasfemo. Al Bodoni il bagno è in cortile, celato dentro una colonna.  Chiuso dentro, guardo il soffitto e mi sento Gagarin.

giovedì 27 gennaio 2011

MA CHE BELLA SCOPERTA IL CONVITTO CAFE'!

Bella scoperta in centro a Torino. Sabato pomeriggio, sole brillante e freddo intenso. Dopo qualche commissione e una bella passeggiata nella zona degli antiquari, tra via des Ambrois e via Principe Amedeo, sentiamo, io e Sabrina, il bisogno di "smarinare". In via San Francesco da Paola, tra via Po e via Principe, ci attira un'insegna: CONVITTO CAFE' BISTROT TORTERIA. Ci imbuchiamo. Ingresso diviso a metà tra bancone e cucina. Due piccole calde sale consecutive piene di umanità varia: famiglie con bambini, coppie, amici, amiche. E' ora di merenda, disperiamo di sederci e invece no, una ragazza gentile dopo qualche istante ci indica un tavolino da due. Intimo e riposante. La carta mostra un grande assortimento di the, sfusi e in bustina. Cioccolata, caffè e bibite e vino a calice. La dieta mi impone una spremuta di arancia, ma alla torta non rinuncio. Avevo già adocchiato quella pere e cioccolato, ma poi viro su una torta di ricotta con copertura di ciocolata. Arriva. La ricotta è compatta e profumata e la cioccolata non è una glassa ma vivaddio una crema tiepida. Divina. L'assaporo con gusto. Scopro che a pranzo le fanno anche salate (le torte). Pare che la più famosa sia la quiche zucchine e menta. Tornerò a provarla. Magari alla fine della dieta (se mai finirà).

Convitto Cafè
Via San Francesco da Paola, 8/d
011.8154070

venerdì 7 gennaio 2011

BONNE BIERE E BONNE CHERE.

"Bonne bière et bonne chère" è il motto della Brasserie Georges a Lione che tradotto sta per "Buona birra e buon stare a tavola". In effetti questa istituzione lionese, anzi francese, fonda sulla qualità delle sue birre e del cibo la sua longeva storia che data al 1836. A fianco dell'antica stazione feroviariadi Perrache, Brasserie Georges , con il grande salone perfettamente conservato e i divani di cuoio rosso, rappresenta un punto di riferimento per i gourmands in generale e in particolare per gli appassionati di choucroute. Alla Brasserie si potranno gustare infatti tutte le varianti di questo piatto alsaziano a base di tagli di maiale, salsiccie e crauti delicatissimi. A proposito, il termine deriva dal germanico "surkrut" che vuo dire "cavolo acido"! In effetti ricordo una choucroute di Georges, una ventina di anni fa, che nella nottata mi ha fatto vedere i .... cavoli acidi. L'altra sera invece tutto è filato liscio, la birra ottima, la choucroute decisa nel gusto senza essere pesante. Ne esiste una versione "du pecheur" a base di salmone e altro ma sinceramente non ho avuto il coraggio e poi se choucroute deve essere che sia di maiale. Fermo restando che potete sbizzarirvi con le entrees, ce ne sone alcune a base di fois gras veramente notevoli, la choucroute per ricchezza è catalogabile tra i piatti unici. Lasciate comunque il posto per il dessert, l'omelette norvegienne, un semifreddo tempestato di canditi  e inguainato in una soffice pasta di mandorle e panna. Ottimo. Navigando sul sito della Brasserie George avrete modo di scoprire che nel 1996 lì è stata realizzata l'omelette norvegienne più grande del mondo, lunga 34 metri ed entrata nel Guiness dei Record. Dopo questa notizia starete certamente meglio.

30, Cours de Verdun - 69002 Lyon Perrache
Tel. 0472565454
(ultima visita 4.01.2011)

sabato 1 gennaio 2011

Genesi di un nome.

E' da molto tempo che sto pensando a un blog. Finalmente la settimana scorsa ho deciso. A parte le difficoltà pratiche, con il pc ho una relazione complicata ma credo sia un fatto generazionale, il vero problema è stato il nome del blog. Così negli ultimi tre giorni il medesimo si è chiamato il Gustaiolo, scartato perchè troppo onomatopeico, il GustaRiolo, scartato perchè troppo autoreferenziale, il Gusta, scartato perchè troppo padano, PepeNero, troppo di destra, PepeRosso, troppo di sinistra, Nocemoscata, troppo di centro, Alchermes, troppo buonista. Oggi pomeriggio, complice la ricorrenza, primo giorno dell'anno nuovo, mi sono messo d'impegno e ho pensato che da anni, molti, una ventina circa, mi piace mangiare e raccontare cosa come e dove ho mangiato bene. Mi piace bere e raccontare cosa come dove e chi ha prodotto il vino che ho bevuto. Un racconto senza orpelli, semplice, essenziale e diretto, come il Grillo parlante di Pinocchio. In questo caso il Grillo mangiante.