sabato 23 aprile 2011

CULLURE E PUPI E BUONA PASQUA A TUTTI.

Quando ero bambino, la Pasqua, era segnata dai riti religiosi, più ancora del Natale. Tutto aveva inizio con il Giovedì Santo e la cerimonia della lavanda dei piedi. Era anche un' occasione per uscire, tirare tardi e sentire nell'aria i primi profumi di primavera. Altri profumi mi aspettavano a casa, quelli della cucina delle feste di mia madre. In particolare i l'aroma della "cullura" e dei "pupi". Dolci non dolci che rispondevano anche essi alla tradizione religiosa e vedevano nell'uovo il simbolo della Pasqua e della Resurrezione. Il gusto era quello di un pane dolce, dove si insinuavano profumi di cannella e di bucccia di limone. Fette che da sole non divcavano granchè, ma diventavano squisite nel latte e cacao della colazione mattutina. Ho sempre pensato che, avendo due figli maschi, i "pupi" mia madre li facesse più per lei che per me e mio fratello. In effetti ambedue eravamo più attirati dalla "cullura" che mia madre impastava e cuoceva in forno cantando una specie di mantra gioioso, qualcosa del tipo "cullure cullure cull'ovu...". Oggi stamattina una signora ha portato un "pupo" per mia figlia. Nonna Vincenzina sarebbe stata felice di questo dono. Buona Pasqua a tutti i "Grillimangianti".

venerdì 22 aprile 2011

UN MINESTRONE DAL GUSTO DI MARE.


Per info cliccate sul biglietto da visita
 Chassieu è un comune di poco menodi 10.000 abitanti a una ventina di chilometri da  Lione, immerso nel verde, con una zona residenziale, un vecchio centro storico nella parte alta del paese e una zona industriale sviluppata. Ed è per lavoro che approdiamo a Le Montgolfier, ristorante da affari e famiglie, sale ampie, cucina tipica, buona scelta di vini, servizio veloce e cortese, ottimo pesce. E voglio segnalare un minestrone di verdure delicato, con piccole paste a ditalini, quella che nel sud Italia viene ancora chiamata "pasta dell'arsenale" e capesante appena grigliate. Una somma di sapori equlibrati che lascia un buon ricordo al palato. Se passsate da quelle parti, fateci un salto.

(Visitato il 19.4.2011)  

domenica 17 aprile 2011

IL PUNTO VERDE, CUCINA VEGETARIANA CONSIGLIATA ANCHE AGLI ONNIVORI.

Per maggiori  info fai clik sul biglietto da visita.
In occasione del 150 dell’unità d’Italia, essendo il verde il primo dei colori della nostra bandiera .…., no, scusate, ho sbagliato attacco, Il Punto Verde  ristorante vegetariano in Torino, on ha nulla a che vedere con il tricolore, ma posso garantirvi che la sua bella storia ce l’ha anche lui. Pionieri della cucina vegetariana in città, è infatti nato 32 anni fa, ha sede in pieno centro, in via San Massimo, con un piccolo dehors  ricavato in un androne antico e tre deliziose salette interne. Il menu è in italiano e in piemontese, ma non fatevi trarre in inganno dal termine “seitan” che a dispetto dell’assonanza sabauda è una preparazione altamente proteica ricavata dal glutine del grano tenero o del farro o del kamut e di aspetto e consistenza simile alla carne. Passando ai cibi, vi consiglio il buffet di antipasti che, soprattutto se non siete vegetariani praticanti, vi darà una saporita idea di questo mondo. Seguono i primi a basa di pasta, con i condimenti classici, o particolari come le pappardelle al ragu di seitan. Da provare l’ottimo couscous. Nei secondi il seitan domina e notevole è pure l’offerta di formaggi. Lista dei vini incentrata su produzioni biologiche del territorio a cui si aggiungono birre a fermentazione naturale biologica e centrifugati di frutta e verdura, oltre al cidro e  alle immancabili tisane e infusi. Dolci casalinghi, sorbetti e gelati. Conto 27 euro. Consigliato anche agli onnivori.
(Ultima visita 9.4.2011)

giovedì 14 aprile 2011

LA PICCOLA TRATTORIA DEI GRANDI SAPORI.


Per maggiori info fai click sul biglietto da visita.
Ci sono posti dove capita di passare spesso e dire "una di queste sere ci vado". Poi la serata giusta non viene mai o capita all'improvviso. E' così che è andata con "La piccola trattoria" un locale a pochi passi dal risorto Museo dell'Auto che a dispetto dell'umiltà del nome esibisce la grandezza di sapori della cucina siciliana. L'ambiente è caldo, complice la boiserie, il servizio cordiale, la cucina di pesce squisita. Ci facciamo guidare, non chiediamo la carta, forse neanche c'è, e agli antipasti gustiamo un tenero e giustamente tiepido polipo con patate e dadolini di pomodori, un sapido spiedino di freschi gamberetti, la frittella di gianchetti, il baccalà fritto, lo spada e il nasello in umido, tutto squisito e corroborato da un olio di carattere, profumatissimo e leggermente amarognolo. Al primo siamo conquistati da un piatto spaghetti alla marinara ricco e al dente. Volendo ci sono altre paste e risotti. Ci arrendiamo e non ci facciamo tentare dai secondi anche se, con quelle premesse, al fritto misto di pesce è difficile dire no. Non ci portano lista dei vini, forse neanche c'è, ma bottiglie di una certa raffinatezza occhieggiano sparse su scansie e ripiani, e quando timidamente chiediamo un bianco fermo in demi bouteille, la signora ne propone ben due, un Arneis e un siculo Donnafugata. E che la dicano certi altezzosi blasonati della cucina! Per dessert una deliziosa cassata monodose. Conto onesto, 50 euro in due. Uscendo proviamo la gioia di chi ha scoperto un diamante incastonato nell'asfalto e mentre a piedi faccio ritorno a casa, medito se parlare di questa felice scoperta sul mio blog. Provo la gelosia ingorda di chi vuole tenere tutto per sè, ma poi decido che per un mondo migliore, la buona tavola va sempre condivisa con gli amici.
La piccola trattoria
Via Richelmy, 5/A
Torino - Tel. 011.2079483

(Ultima prova 13 aprile 2011).

domenica 3 aprile 2011

DA "I BOLOGNA" NE VALE SEMPRE LA PENA.

Decidiamo all'ultimo momento di cenare dai Bologna a Rocchetta Tanaro. E’ sabato e non abbiamo prenotato. L’accoglienza è cordiale ma il locale è completo. Comunque fanno una verifica e fortunatamente c’è stata una disdetta. Ci accompagnano al tavolo, d’angolo, domina la sala e dà sulla cucina a vista dove la signora Mariuccia manipola la pasta e crea agnolotti. Lo spettacolo attira una tavolata di tedeschi. A turno, educatamente, alcune signore si alzano e osservano interessate come nascono simili italiche delizie. Il locale si sta riempiendo. Le due sale sono moderne, dell’antica stalla rimangono alcune travi e la rastrelliera da cui si inforcava il fieno per le bestie. Tavoli ben distanziati, mise en place di sobria eleganza. Al tavolo troviamo le famose lingue di suocera tipiche di Rocchetta, croccanti, non unte  e poco salate. Quasi subito arrivano alcune strisce di focaccia ancora calda e un piccolo pre antipasto, un delizioso peperoncino farcito e due fette di coppa delicata. Purtroppo non è sera da esperienza gastronomica. Abbiamo fretta di raggiungere alcuni amici per un dopo cena. Resistiamo alla tentazione di assaggiare i magici agnolotti, quadrati comme il faut, e le esotiche lasagnette alle cime di rape. Ci limitiamo a un antipasto e un secondo. Optiamo per vitello tonnato e tonno di coniglio, gli antipasti, galletto arrostito al timo e asparagi con l’uovo e il parmigiano, i secondi. Ci accompagna una barbera ferma e leggera scelta dalla piccola cantina adiacente alle sale. Il vitello è rosa e delicato e la salsa tonnata non lo ricopre ma rimane al centro per sottolineare senza prevalere. I filetti di coniglio sono consistenti e saporiti. Il galletto si amalgama perfettamente con il timo. Gli asparagi sono carnosi e teneri, ottimi nella loro semplicità. Tra le altre proposte della serata c’era l’ossobuco di cavallo con i piselli e la tagliata di vitello. Non abbiamo tempo neppure per i dessert. Il servizio è stato rapido. Il conto 75 euro in due. E’ tardi, dobbiamo andare, è stato breve, ma da “i Bologna” ne vale sempre la pena.
(Ultima visita 2.4.2011)

Trattoria “i Bologna” – Via N. Sardi, 4 – Rocchetta Tanaro (AT)
Tel. 0141.644600 – Chiuso il martedì – www.trattoriaibologna.it