giovedì 27 gennaio 2011

MA CHE BELLA SCOPERTA IL CONVITTO CAFE'!

Bella scoperta in centro a Torino. Sabato pomeriggio, sole brillante e freddo intenso. Dopo qualche commissione e una bella passeggiata nella zona degli antiquari, tra via des Ambrois e via Principe Amedeo, sentiamo, io e Sabrina, il bisogno di "smarinare". In via San Francesco da Paola, tra via Po e via Principe, ci attira un'insegna: CONVITTO CAFE' BISTROT TORTERIA. Ci imbuchiamo. Ingresso diviso a metà tra bancone e cucina. Due piccole calde sale consecutive piene di umanità varia: famiglie con bambini, coppie, amici, amiche. E' ora di merenda, disperiamo di sederci e invece no, una ragazza gentile dopo qualche istante ci indica un tavolino da due. Intimo e riposante. La carta mostra un grande assortimento di the, sfusi e in bustina. Cioccolata, caffè e bibite e vino a calice. La dieta mi impone una spremuta di arancia, ma alla torta non rinuncio. Avevo già adocchiato quella pere e cioccolato, ma poi viro su una torta di ricotta con copertura di ciocolata. Arriva. La ricotta è compatta e profumata e la cioccolata non è una glassa ma vivaddio una crema tiepida. Divina. L'assaporo con gusto. Scopro che a pranzo le fanno anche salate (le torte). Pare che la più famosa sia la quiche zucchine e menta. Tornerò a provarla. Magari alla fine della dieta (se mai finirà).

Convitto Cafè
Via San Francesco da Paola, 8/d
011.8154070

venerdì 7 gennaio 2011

BONNE BIERE E BONNE CHERE.

"Bonne bière et bonne chère" è il motto della Brasserie Georges a Lione che tradotto sta per "Buona birra e buon stare a tavola". In effetti questa istituzione lionese, anzi francese, fonda sulla qualità delle sue birre e del cibo la sua longeva storia che data al 1836. A fianco dell'antica stazione feroviariadi Perrache, Brasserie Georges , con il grande salone perfettamente conservato e i divani di cuoio rosso, rappresenta un punto di riferimento per i gourmands in generale e in particolare per gli appassionati di choucroute. Alla Brasserie si potranno gustare infatti tutte le varianti di questo piatto alsaziano a base di tagli di maiale, salsiccie e crauti delicatissimi. A proposito, il termine deriva dal germanico "surkrut" che vuo dire "cavolo acido"! In effetti ricordo una choucroute di Georges, una ventina di anni fa, che nella nottata mi ha fatto vedere i .... cavoli acidi. L'altra sera invece tutto è filato liscio, la birra ottima, la choucroute decisa nel gusto senza essere pesante. Ne esiste una versione "du pecheur" a base di salmone e altro ma sinceramente non ho avuto il coraggio e poi se choucroute deve essere che sia di maiale. Fermo restando che potete sbizzarirvi con le entrees, ce ne sone alcune a base di fois gras veramente notevoli, la choucroute per ricchezza è catalogabile tra i piatti unici. Lasciate comunque il posto per il dessert, l'omelette norvegienne, un semifreddo tempestato di canditi  e inguainato in una soffice pasta di mandorle e panna. Ottimo. Navigando sul sito della Brasserie George avrete modo di scoprire che nel 1996 lì è stata realizzata l'omelette norvegienne più grande del mondo, lunga 34 metri ed entrata nel Guiness dei Record. Dopo questa notizia starete certamente meglio.

30, Cours de Verdun - 69002 Lyon Perrache
Tel. 0472565454
(ultima visita 4.01.2011)

sabato 1 gennaio 2011

Genesi di un nome.

E' da molto tempo che sto pensando a un blog. Finalmente la settimana scorsa ho deciso. A parte le difficoltà pratiche, con il pc ho una relazione complicata ma credo sia un fatto generazionale, il vero problema è stato il nome del blog. Così negli ultimi tre giorni il medesimo si è chiamato il Gustaiolo, scartato perchè troppo onomatopeico, il GustaRiolo, scartato perchè troppo autoreferenziale, il Gusta, scartato perchè troppo padano, PepeNero, troppo di destra, PepeRosso, troppo di sinistra, Nocemoscata, troppo di centro, Alchermes, troppo buonista. Oggi pomeriggio, complice la ricorrenza, primo giorno dell'anno nuovo, mi sono messo d'impegno e ho pensato che da anni, molti, una ventina circa, mi piace mangiare e raccontare cosa come e dove ho mangiato bene. Mi piace bere e raccontare cosa come dove e chi ha prodotto il vino che ho bevuto. Un racconto senza orpelli, semplice, essenziale e diretto, come il Grillo parlante di Pinocchio. In questo caso il Grillo mangiante.